Natale by Capri Moonlight

Si dice che a Natale tutte le strade portano a casa, ma è proprio alla voglia di casa che si coniuga anche quella di ritrovarsi intorno ad un tavolo per festeggiare quel momento di convivialità più atteso dell’anno che sigilla la festa più amata al mondo.

Ed è proprio la tavola ad offrire il meglio di sé in queste occasioni. C’è chi si attiene rigorosamente alle tradizioni optando per un menù tramandato dai nonni, chi sperimenta nuove ricette, chi punta tutto su una mise en place strabiliante… Insomma, la convivialità non è più solo occasione di incontri, ma diventa anche condivisione di gusto e di creatività in cucina.

In tutto questo, un posto privilegiato lo occupa sicuramente il vino, una scelta non sempre semplice quando lo si deve abbinare ad un menù vasto e a pietanze dalle preparazioni piuttosto complesse. In tal caso la cosa migliore è affidarsi ad un binomio bianco – rosso.

Caprice spumanteCapriccio di Falanghina e Caprice Rosso sono tre vini straordinari e soprattutto speciali prodotti da “Capri Moonlight”. Il primi due sono ottenuti dal vitigno Falanghina, un vitigno a bacca bianca, molto noto ed apprezzato nel Sud del nostro Paese, antichissimo e già sviluppato al tempo degli Antichi Romani. La versione ferma del vino che ne deriva possiede un profumo fine, floreale e fruttato (frutta bianca ed agrumi). Al gusto, è fresco ed equilibrato.  E’ un vino perfetto per un aperitivo di Santo Stefano a base di salumi e formaggi locali (mozzarella di bufala, caciocavallo, Provolone del Monaco, salame Napoli). Oppure va a nozze con un menù a base di pesce. Nella sua versione spumantizzata va bene con piatti a base di pesce crudo, ed  – ovviamente – per il primo brindisi dell’anno nuovo.

Per le portate che reclamano un buon bicchiere di vino rosso, il Caprice Rosso è un’altra etichetta da non perdere. E’ un blend di uve Piedirosso e Aglianico. Il Piedirosso è di origini molto antiche, ed è autoctono della zona di Napoli. Alcuni ritengono che corrisponda all’uva “Colombina” citata da Plinio il Vecchio. Il nome, infatti, quasi sicuramente deriva dal colore rosso che acquista il rachide con la maturazione dell’uva, che ricorda, appunto, il piede del colombo. Sull’origine del vitigno Aglianico non sappiamo molto: potrebbe essere etrusco o greco, da cui il nome Hellenico con cui era chiamato, ed essere arrivato con i primi coloni greci che fondarono Cuma. Il risultato del blend delle uve di questi due vitigni è un bouquet fruttato, fine ed elegante, rotondo ed equilibrato al palato. Si sposa bene con carni rosse, selvaggina e formaggi di media stagionatura.

Testi e abbinamenti di Maria Consiglia Izzo

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