Senza dubbio il risotto alla pescatora! 🤤

Una pietanza nota e molto apprezzata, ma dalle origini ignote: il risotto alla pescatora, un piatto nobile e dal gusto assolutamente delicato e bilanciato. Una ricetta mediterranea che allunga l’estate, in quanto ricorda le spiagge assolate e riporta il sole anche nelle prime giornate di pioggia.

Alcuni erroneamente collegano il risotto alla pescatora alla paella di pesce spagnola. Ma a parte per il connubio riso – molluschi, questi due piatti non hanno molto in comune. La paella è composta da tanti altri ingredienti vegetali e in quella valenciana sono contemplati anche ingredienti di terra. Inoltre nella ricetta spagnola il riso è quasi volutamente tostato, data la repentina velocità con cui si lascia sfumare il brodo, fatto evaporare su fiamma alta. Mentre il delicato risotto alla pescatora segue una preparazione assai più lenta e meticolosa. In questo caso il brodo stesso, realizzato con scarti di gusci e teste di gambero, viene lasciato bollire per più di venti minuti. Una volta filtrato questo brodo, esso diventa una liaison perfetta tra seppie, gamberi e molluschi. Una ricetta che richiede un po’ di preparazione e di attenzione, ma che ripaga il tempo impiegato con il suo gusto raffinato e marino.

L’abbinamento ideale con il risotto alla pescatora prevede un vino bianco dalle spiccate componenti acide ed erbacee. Il gusto raffinato del risotto ai frutti di mare si sposa a meraviglia con un calice diCaprice Bianco” di “Capri Moonlight, blend di uve campane (Greco e Falanghina) in cui si riscontrano note di erbe aromatiche (quali timo e salvia), associate ad un caratteristico sottofondo finemente ammandorlato, una spiccata percezione minerale e rimandi di frutta matura. Tutte caratteristiche che mettono in evidenza il gusto dolce e soavemente marino del fumetto di crostacei, senza rendere troppo sapide le cozze e le vongole. Al palato il Caprice Bianco è un vino di buona struttura e dotato di un freschezza capace di vivacizzare la delicata dolcezza del riso. Buona la persistenza finemente agrumata.

Ricetta e foto di Grazia Guarino
Testo e abbinamento di Maria Consiglia Izzo

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