Il pesto – simbolo della cucina mediterranea (il basilico è originario dell’Asia, ma la pianta ha trovato nel bacino del Mediterraneo le condizioni ideali per poter crescere rigogliosa) – è una delle salse più famose, profumate e apprezzate della cucina italiana. Le origini della ricetta sono liguri; gli ingredienti sono: basilico, aglio, formaggio Pecorino e/o Parmigiano Reggiano, pinoli e olio extravergine d’oliva. Essi vengono elaborati a crudo, ovvero messi in un mortaio ove vengono “pestati” e ridotti in forma di crema.
Olio e formaggi conferiscono una certa grassezza alla pietanza, dunque il vino cui viene abbinata deve possedere una certa acidità (freschezza) in grado di sgrassare la bocca e ripulirla dalla sensazione di untuosità che inevitabilmente il condimento lascia sul palato, preparandolo dunque al boccone seguente. Il basilico rende “l’oro verde dell’estate” colorato e, soprattutto, profumato; dunque il vino in abbinamento al pesto deve esaltare tali profumi, ma non deve essere invadente all’olfatto.
Di solito questa salsa viene utilizzata per condire vari formati di pasta, oppure gli gnocchi, che hanno un sapore neutro, che sommato al sapore importante del pesto, contribuiscono a una mitigazione del gusto totale del piatto. Dunque il vino che va abbinato non può ulteriormente soffocare l’intensità del gusto e di odori del pesto. Esso deve essere “alla pari”, in quanto a profumi e gusto, con la salsa: non deve né soffocare né essere soffocato, quindi deve essere saporito e profumato, ma allo stesso tempo leggero, delicato e non aggressivo.
Il “Capriccio bianco” Falanghina di Capri Moonlinght è il vino perfetto per il pesto. Il suo profumo di media intensità fa venire in mente la frutta bianca, quella secca e termina con cenni floreali. Al palato è discretamente saporito, acido e deciso: asciuga la bocca e lascia il tanto ambito senso di freschezza.